venerdì 17 dicembre 2021



Si comunica che il giorno 10 Dicembre 2021 è venuto a mancare l'autore di questo blog.
Il blog verrà mantenuto aperto anche se non vi saranno ulteriori aggiunte.
Ringraziamo chi volesse continuare a ricercarne i contenuti al suo interno e coloro che hanno seguito questo blog fino ad oggi.

venerdì 2 ottobre 2020

DA ORA su ARPA EOLICA

 

Dal 2 Ottobre 2020 

questo blog si trasferisce su Arpa eolica

http://arpaeolica.blogspot.com/

nella sezione LAVORO

 

Restano in questo blog per consultazione

tutti i post precedentemente inseriti

lunedì 28 settembre 2020

Quota 100 - scusate se non moriamo prima

 

Quota cento sono 60 anni di età e 40 anni di contributi pagati

Il Conte 1;  5S + Lega,  stabiliva che c’era l’urgenza di attenersi a quota 100 e con almeno 62 anni - e 38 di contributi  si può andare in pensione. Ma tale trattamento vale fino al 31dicembre 2021. Dopo accade il miracolo che non si è più vecchi allo stesso modo di prima.

Ed il Conte 2;  5S + PD dice :  “Quota 100 è un progetto triennale di riforma che veniva a supplire a un disagio sociale. Non è all’ordine del giorno il rinnovo”.

Dal 1 gennaio 2022 si diventa vecchi a 67 anni e tutti gli anni di contributi conteranno ben poco, per andar  via prima. Tra le ipotesi al vaglio per il 2022, la previsione di una soglia di accesso alla pensione a 63 - 64 anni con 38-39 anni di contributi, con l’introduzione di penalizzazioni legate al calcolo contributivo.

CI DICONO che sarà, decisamente impegnativa la spesa pensionistica quest’anno, per un ammontare pari al 17% del PIL, record di sempre, che si aggiunge alla brusca frenata dell’economia nazionale per il 2020 stimata con una caduta del 10%.

 Chiediamo scusa se non moriamo e continuiamo a vivere.

Certo la questione pensionistica del futuro è: che ci troveremo con tanti di 70 anni che non sono riusciti a mettere insieme 30 anni di contributi, sarà questo lo stato dei fatti nel 2040.

 Allora la questione essenziale è un’altra: se Voi Amministratori di questo Stato,  non riuscite a creare le condizioni per lo sviluppo del lavoro dei giovani la condizione si andrà sempre più ad aggravare.

 Se quando si telefona per una prenotazione medica risponde un Computer, se ai caselli autostradali dobbiamo inserire la monetine perché manca l’omino, se la Pedemontana si paga addirittura con un abbonamento via internet, se la benzina ce la dobbiamo fare da soli, se nei binari delle stazioni non troviamo più i venditori di bibite ma dobbiamo servirci di macchinette, se in banca non vediamo più sportellanti e ci invitano a fare da soli ecc. ecc. ecc. chi volete che lavori. Allora dovete far pagare una barca di Tasse ai padroni delle macchinette, almeno per compensare il mancato introito di Contributi sociali. 

 Non potete rompere i coglioni ai giovani disoccupati dicendo che non vogliono andare a raccogliere l’UVA o i POMODORI; perché se regolarmente nei Comuni agricoli si fanno delle liste di collocamento per i lavori bracciantili con una paga ben definita  i giovani arriveranno,  e raccogliere l’uva può diventare perfino un bel lavoro all’aria aperta. Se invece si sa bene dove operano i caporali e non si manda la Polizia per debellare lo schiavismo, si stanno facendo solo chiacchiere per colpevolizzare giovani e vecchi e metterli gli uni contro gli altri.

Francesco Zaffuto

 

(immagine – “teschio 1 a” tecnica mista © liborio mastrosimonehttp://libomast1949.blogspot.com/)

 

Post inserito il 28/09/20


sabato 19 settembre 2020

Reddito di cittadinanza – perché i sindaci non si danno da fare per utilizzare le 16 ore di lavoro previste?

 

La normativa sul Reddito di cittadinanza  prevede che i percettori di tale reddito possono essere chiamati dai Sindaci per attività di utilità sociale organizzate dal Comune fino a 16 ore alla settimana. E’ una risorsa umana che i Comuni possono utilizzare, e i percettori del reddito non possono rifiutare i servizi assegnati, eppure sono ben pochi i comuni che vi hanno fatto ricorso.

 

Qui i link dei pochi comuni che ne hanno cominciato a parlare. E TUTTI GLI ALTRI?

 

https://www.ilfaroonline.it/2020/05/16/santa-marinella-il-comune-impiega-chi-ha-il-reddito-di-cittadinanza-in-lavori-socialmente-utili/339445/

 

https://internapoli.it/bacoli-lavorare-comune-reddito-di-cittadinanza/

 

https://www.vesuviolive.it/ultime-notizie/350766-beneficiari-reddito-cittadinanza-somma-vesuviana/

 

https://smart.comune.genova.it/comunicati-stampa-articoli/reddito-di-cittadinanza-il-sindaco-bucci-firma-la-convenzione-con-il

 

https://www.milanotoday.it/attualita/reddito-cittadinanza-scuole.html

 

http://www.buongiornorimini.it/item/19135-cattolica-il-sindaco-chiama-al-lavoro-chi-riceve-i-reddito-di-cittadinanza.html

 

https://www.comune.trepuzzi.le.it/vivere-il-comune/attivita/notizie/item/reddito-di-cittadinanza-puc


post inserito il 19/09/20

domenica 12 luglio 2020

venerdì 10 luglio 2020

Al 10 Luglio già 571 morti sul lavoro

Dati da L'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro
Dall’inizio dell’anno sono morti 571
lavoratori, di questi 279 sui luoghi di lavoro (tutti i morti sul lavoro sono registrati da 13 anni in apposite tabelle excel con identità, luogo e data della tragedia, professione, età e nazionalità), a questi occorre aggiungere altri 361 lavoratori morti a causa del coronavirus, un conto ancora parziale che stiamo cercando di aggiornare), tra questi 171 medici, il 50% quelli di base, 46 infermieri e operatori sanitari, 105 parroci, 10 carabinieri, 3 giornalisti, poi 8 farmacisti, poliziotti/a, vigili del fuoco, operai, impiegati, cassiere, autotrasportatori, sindacalisti ecc. l’INAIL considera i propri assicurati morti a causa del coronavirus, come morti per infortuni sul lavoro, noi aggiungiamo anche gli altri che non lavorano nella Sanità, che svolgono altri lavori e che sono rimasti contagiati per il lavoro svolto) 270 con i morti sulle strade in itinere, sono già 68 gli agricoltori schiacciati dal trattore dal 1° gennaio: il più giovane aveva solo 13 anni il più anziano 90

il link dell'Osservatorio di Bologna

Metodi di licenziamento all'epoca del coronavirus

«Il suo rapporto di lavoro è terminato».
Alcuni imprenditori hanno agito velocemente, all’inizio dell’emergenza, subito dopo il caso di Codogno, prima dell’arrivo del decreto Cura Italia che ha bloccato i licenziamenti.

Il blocco dei licenziamenti - prorogato fino al 17 agosto - ha probabilmente evitato i danni peggiori.  La diga legislativa, però, non ha tenuto fino in fondo. Dimissioni volontarie - a volte forzate -, risoluzioni consensuali dei rapporti di lavoro, fino a casi, che sfiorano l’assurdo, di “sospensioni” da lavoro e stipendio. Un limbo, questo, che ha colpito, ad esempio, le lavoratrici delle mense scolastiche comunali di Roma.

La gran parte delle aziende ha scelto di non anticipare gli ammortizzatori sociali, scaricando l’onere sull’Inps. E l’istituto, come è ormai noto, è andato in tilt, accumulando ritardi nei pagamenti.   
L’osservatorio dell’Inps nell’ultimo rapporto pubblicato qualche giorno fa ha evidenziato un saldo negativo di 359 mila contratti non rinnovati nel solo mese di marzo    Continua sull'Inchiesta dell'ESPRESSO

Malanniversari - 9 Luglio 1960 nasce l'Italsider di Taranto

Italsider, 60 anni fa a Taranto la prima pietra


Il link di un servizio sulla nascita dell'Italsider - ora ILVA, le speranze industriali e la distruzione di un imponente strato di economia agricola. 

giovedì 9 luglio 2020

In provincia di Caltanissetta nascerà un grande impianto di compostaggio - speriamo

Autorizzato impianto di compostaggio a Santa Caterina. Tratterà 27 mila tonnellate di organico da trasformare in compost

L’impianto tratterà ogni tipo di rifiuto organico “che può essere facilmente trasformato in compost, un prodotto utile da riutilizzare in agricoltura migliorando la qualità del terreno soprattutto nei casi in cui quest’ultimo sia stato impoverito da pratiche agricole intensive”.  notizia al link sopra riportato

mercoledì 8 luglio 2020

per l'ISTAT un'azienda su 3 rischia di chiudere per COVID


ANSA - riporta che secondo l'ISTATrischia di chiudere un'azienda su 3per la crisi generata dal COVID 19

seri rischi per la sopravvivenza: il 38,8% delle imprese italiane (pari al 28,8% dell'occupazione, circa 3,6 milioni di addetti) ha denunciato l'esistenza di fattori economici e organizzativi che ne mettono a rischio la sopravvivenza nel corso dell'anno

Particolarmente grave la crisi su alberghi e ristoranti - per la notizia vai al link sopra
riportato.

martedì 7 luglio 2020

Allevamento di bufale, mare e maltrattamenti

Aggiornamento sulla macchia nera che lo scorso mese è apparsa in Campania, lungo la foce del canale Agnena che sfocia in mare nella zona di Castel Volturno, lungo il litorale domizio.
il servizio su questo  LINK
le indagini hanno confermato che quella macchia gigantesca e maleodorante che dilagava in mare era composta di reflui zootecnici provenienti da un allevamento di bufale a Capua; l’attività ora è stata posto sotto sequestro.
....gli sversamenti vengono praticati illegalmente e di proposito direttamente in mare o nei laghi, inquinando così l’ambiente e causando enormi rischi per la sicurezza biologica e sanitaria della zona. 
....dietro alla mozzarella di bufala, un prodotto che definiamo eccellenza, ma che è di fatto frutto di sofferenze terribili, di animali torturati o brutalmente uccisi e di territori martoriati proprio dalla presenza degli allevamenti.  

sì è vero, danno lavoro, ma gli animali vanno trattati con rispetto ed occorre una legge che lo imponga e che vada rispettata

Smart working o meglio telelavoro nella Pubblica Amministrazione

"Dal 1 gennaio 2021 si punta portare il 60% dei dipendenti pubblici in smart working. Il tutto accompagnato da un monitoraggio per l'assistenza in questa fase di riorganizzazione". Lo ha detto il ministro Fabiana Dadone a TgCom24 commentando le novità introdotte con l'emendamento al decreto Rilancio sullo smart working nella pubblica amministrazione.

sicuramente un beneficio in termini di trasporto e inquinamento - per il resto è tutto da vedere 

immagine da https://www.peopleandnumbers.it/la-differenza-tra-lavoro-a-domicilio-telelavoro-e-lavoro-agile/

lunedì 6 luglio 2020

Pasquasia - storia di una miniera - i miliardi perduti e le scorie radioattive

Qui il sito della miniera
PASQUASIA
tra le province di Caltanissetta ed Enna
dove si narra della
Storia di una miniera siciliana, di tanti miliardi perduti e di un mistero sulle scorie nucleari nascoste
http://www.pasquasia.it/?fbclid=IwAR0NvgNgXwZ5o1xejZL8RtyP2xpN6xfL2IM88d62WwQw7mN8dRY69Vxcfgg

domenica 5 luglio 2020

160 minatori morti in una miniera di giada in Myanmar

 È il bilancio di uno smottamento di terreno in una miniera di giada nel nord della Birmania, vicino al confine cinese, una delle peggiori catastrofi negli ultimi anni. I minatori sono stati spazzati via da un torrente di fango causato dalle piogge monsoniche. 
Sul posto c'erano decine di operai che lavoravano malgrado le autorità avessero consigliato di recarsi sul sito a causa del maltempo: cercavano le pietre preziose sui taglienti terreni montuosi, dove i solchi degli scavi precedenti avevano  allentato la tenuta dei terreni.

Milano, la protesta degli infermieri


da La Repubblica 04/07/2020
Milano, la protesta degli infermieri: "Ci chiamavano eroi ma abbiamo gli stipendi più bassi d'Europa"

Appello al ministro della Salute: "Chiediamo rispetto, date gli indennizzi a chi si è ammalato"

Gli infermieri sono scesi in piazza con tamburi e fischietti, scandendo lo slogan: "mai più come prima". Sono arrivati da tutta Italia ma soprattutto dal centro nord e hanno deciso di manifestare a Milano perché è il capoluogo della Regione più colpita dal Covid
"Non chiediamo premi perché siamo professionisti ma i nostri stipendi devono essere allineati ameno alla media degli stipendi europei. I nostri sono i più bassi d'Europa".
 

sabato 4 luglio 2020

Nuovi robot per l'agricoltura

In arrivo nuovi robot per l'agricoltura
diserbo meccanico - sotto i riflettori come risposta alternativa al controllo chimico delle malerbe - oggi dispone di macchinari intelligenti e autonomi che sfruttando sensoritelecamere e sistemi di guida migliorano l'efficienza di lavoro, facilitano l'attività degli operatori e mitigano l'impatto ambientale.

più informazioni su https://agronotizie.imagelinenetwork.com/agrimeccanica/2020/07/02/diserbo-meccanico-arrivano-i-robot/67258?utm_source=facebook&utm_medium=social&utm_term=ev&utm_content=post&utm_campaign=AgroNotizie+2020&fbclid=IwAR1F-h6CHs0OsbiqNW-fhhdYEo3CF-OJKqsDVvEa7jApFTEDAHuP_mV1xAQ

 buono l'aiuto dei robot - ?ma quando diminuirà l'oppressione del lavoro e l'oppressione della mancanza di lavoro?

post inserito il 04/07/2020

venerdì 3 luglio 2020

Istat: dai figli al lavoro, il Covid allarga i divari in Italia

https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2020/07/03/istat-12-delle-imprese-pensa-di-ridurre-loccupazione_97546fa5-9d94-4701-8d7e-1fb5d15aa2d3.html

l'Istat nel Rapporto annuale, il Covid rischia di accentuarle, allargando i divari esistenti, con una 'scala sociale' nella quale è più facile scendere che salire. Il mercato del lavoro si restringe - il 12% delle imprese pensa di tagliare 

La "classe" di origine influisce meno sulla collocazione sociale che si raggiunge all'età di 30 anni rispetto al passato ma pesa ancora in misura rilevante. Per l'ultima generazione (1972-1986), la probabilità di accedere a posizioni più vantaggiose invece che salire è scesa. Una mobilità, dunque, verso il basso: il 26,6% dei figli rischia un 'downgrading' rispetto ai genitori. Una percentuale, praticamente più di 1 su 4, superiore rispetto alle generazioni precedenti. E anche più alta di quella in salita (24,9%). Cosa che non era mai accaduta prima. 

10MILA NATI IN MENO, ripartiti per un terzo nel 2020 e per due terzi nel 2021". E La prospettiva peggiora se si tiene conto dello shock sull'occupazione. I nati scenderebbero a circa 426mila nel bilancio finale del corrente anno, per poi ridursi a 396mila, nel caso più sfavorevole, in quello del 2021



giovedì 25 giugno 2020

Un anno di Reddito di Cittadinanza - Corte dei Conti e Giornali

Se su un giornale come Qui Finanza si legge
e su Il Giornale di Sallusti si legge

Lo dice pure la Corte dei Conti: il reddito di cittadinanza è un flop

Ti può venire il dubbio che la Corte dei Conti sia andata oltre i suoi compiti di vigilanza – se hai tempo e pazienza puoi andare sul 
e cercare i documenti originali.

Scopri che alla  Pagina 13/14 dalla Requisitoria orale del Procuratore generale Fausta Di Grazia
Sul fronte assistenziale, l’attuazione del “reddito di cittadinanza” è rientrato tra le finalità della missione 24, con uno stanziamento definitivo di 5.728,6 milioni di euro, dei quali ne sono stati impegnati 3.878,7 milioni. Dai dati degli uffici di controllo risultano essere state accolte circa 1 milione di domande, a fronte di quasi 2,4 milioni di richieste, delle quali, secondo elaborazioni di questo Istituto, soltanto il 2% ha poi dato luogo ad un rapporto di lavoro tramite i Centri per l’impiego. Il calo degli investimenti pubblici non ha aiutato certamente la ripresa dell’economia nazionale, in evidente sofferenza  per la pressione fiscale e l’alto costo del lavoro, nonché per i noti fenomeni corruttivi. Appare non più rinviabile un intervento in materia fiscale che riduca, per quanto possibile, le aliquote sui redditi dei dipendenti ed anche dei pensionati che, pur essendo fuori dal circuito produttivo, frequentemente sostengono le generazioni più giovani, oltreché le imposizioni gravanti sulle imprese alle quali sono affidate le concrete speranze di un rilancio del Paese.
pagina 65/66 del Documento di Sintesi Relazione sul Rendiconto Generale dello Stato
Per quel che riguarda le politiche assistenziali, nel primo anno di vigenza dell’RdC sono state accolte poco più di 1 milione di domande, con complessivi 2,4 milioni di beneficiari coinvolti. L’importo medio mensile del beneficio è risultato pari a 513 euro. Rispetto al precedente programma (Reddito di inclusione), si è registrato un sensibile incremento sia delle persone assistite (erano pari a 1,3 milioni), sia del sussidio erogato (296 euro per nucleo, nel 2018). Secondo elaborazioni proposte dalla Corte nel Rapporto 2020 sul coordinamento della finanza pubblica, effetti sensibili si sono avuti in termini di riduzione degli indici di povertà e minore concentrazione della distribuzione del reddito (indice di Gini). Di contro, appaiono modesti i risultati in termini occupazionali. Elaborazioni della Corte sui dati micro dell’indagine trimestrale sulle forze di lavoro condotta dall’Istat mostrano che la quota di coloro i quali trovano lavoro tramite i CPI resta modestissima: intorno al 2 per cento.
Ora, dopo aver riportato la Fonte,  aggiungo una mia brevissima considerazione.
Dall’esame di questi due documenti risulta che la Corte dei Conti dice che la misura del Reddito di cittadinanza è costata meno del previsto (solo 3.878,7 milioni rispetto ai 5.728,6 milioni di euro stanziati,  e spendere di meno è sicuramente un bene) – ed inoltre dice che  ha avuto un sensibile effetto in termini di riduzione dell’indice di povertà: quindi meno gente disperata – meno suicidi per disperazione – meno dolore – meno degradazione -  e questo sul piano umano è un risultato notevole.
Dice pure che solo il 2% ha trovato lavoro con il collocamento tramite Centri d’impiego e Navigator – Quindi c’è qualcosa che non va in questo sistema di trovare lavoro. I Navigator non potevano trovare un lavoro da proporre perché non ci sono stati investimenti per aumentare il lavoro (e lo dice il Procuratore della Corte dei Conti).  E io aggiungerei che quel poco di lavoro che c’era non è arrivato neanche ai Centri per l’impiego perché nessun obbligo di notifica di richieste è stato previsto per le Aziende, quindi i Navigator dovevano gestire il nulla e questo nulla ha prodotto il 2%.  (francesco zaffuto)

martedì 9 giugno 2020

Lavorare meglio, meno e tutti


intervento di 
Lorenzo Andorlini
(da Rifrazione Critica http://rifrazionecritica.it/lavorare-meglio-meno-e-tutti/?fbclid=IwAR0eVJJ9Zq5iOD7cAZc4LA-T8m5H9f-ubuceTHtXJtTDM6EULrjhWDkHX_I)


Mi ricordo quando le persone più grandi ci spiegavano come prima il lavoro era una tappa obbligata e scontata nella vita di tutti. Oggi invece trovare un impiego è difficile e per nulla scontato, le assunzioni sono sempre meno, i contratti instabili e gli stipendi molto spesso bassi.
La disoccupazione riguarda più del 10,6% del totale della popolazione Italiana, con punte del 30% quando si parla della fasce più giovani del paese. I dati riportati sono stati raccolti prima della pandemia di Corona Virus, che ha avuto e avrà degli effetti devastanti sull’economia con inevitabili conseguenze anche sul mondo del lavoro.
Il Loockdown, giustamente adottato dal governo per contrastare l’espandersi del Covid-19, ha comportato nel mese di Marzo, Aprile e parte di Maggio, il quasi totale azzeramento della domanda per alcuni settori, ciò ha fatto andare in crisi tantissime attività produttive, con concrete possibilità nel futuro immediato di perdere molti posti di lavoro, con conseguenze sociali ed economiche catastrofiche.
L’attuale situazione ci costringe a effettuare una riflessione sulla necessità di rimodulare il concetto di lavoro e le sue modalità, cercando di trovare soluzioni per tutelare il più possibile l’occupazione, gli stipendi e diritti dei lavoratori e la sopravvivenza delle stesse aziende.
Noi di Orizzonte crediamo che per far fronte a questa emergenza sia arrivato il momento di attuare una vera riforma del lavoro, partendo da un abbassamento dell’orario lavorativo da 8 a 6 ore a parità di salario. L’equità di salario dovrà essere corrisposta al lavoratore attraverso una diminuzione (progressiva in base al salario) dalla tassazione sugli stipendi e un aumento della paga oraria dovuta al rinnovo dei contratti di categoria.
La riduzione dell’orario lavorativo oltre alle aziende che lavorano a ciclo continuo, le quali vedrebbero aumentare da 3 turni di 8 ore a 4 turni di 6, permetterà alle altre aziende di spalmare su più turni la propria operatività (2 turni da 6 ore o 3 turni da 6), aumentando così le proprie capacità produttive e di conseguenza il numero di persone occupate.
Lo stato incentiverà le aziende a ridurre le fasce orarie lavorative attraverso degli appositi bonus fiscali, così da ridurre la pressione fiscale sulle imprese.
Per ultimo a beneficiarne di tale iniziativa sarà anche lo stesso stato, perché se più gente lavora, maggiori saranno le entrate fiscali, inoltre più persone avranno potere d’acquisto da utilizzare accrescendo così l’economia.
Attuando questa rivoluzione nell’orario lavorativo ne guadagneremo tutti, sia da un punto da un punto di vista economico, garantendo il lavoro a molte più persone e potere d’acquisto, che di libertà con la possibilità di avere ancora più tempo libero a nostra disposizione.
Avremo la possibilità di uscire velocemente da questa crisi economica, solo se riusciremo a fare scelte coraggiose e di vero cambiamento, atte a cercare di migliorare la vita della maggioranza dei cittadini, senza favorire chi porta avanti interessi speculari e nocivi sulla pelle dei più.
Al contrario, rimandare questa riforma porterebbe a un mercato del lavoro profondamente segnato dalla crisi del Corona Virus, dove l’incertezza e la mancanza di stimoli ci condurrebbero a una crisi che rischierebbe di diventare oltre che economica anche sociale, dove a farne le spese saremo tutti indistintamente.
Lorenzo Andorlini
post inserito il 09/06/2020

mercoledì 1 maggio 2019

!° Maggio 2019

Gli sfruttati di oggi sono tanti: 
operai, 
contadini,
pastori,
pescatori,
lavoratori precari, 
disoccupati, 
disoccupati con reddito di cittadinanza e senza, 
lavoratori in nero sempre ricattati, 
migranti appena arrivati, 
migranti arrivati da tempo e e che vivono come gli italiani più sfruttati, 
impiegati di livello retributivo basso, 
insegnanti malpagati, 
pensionati ai livelli di sussistenza,
partite IVA che spuntano come lavoratori in proprio ma nei fatti sono dipendenti ricattati con orari di lavoro pesanti, 
professionisti marginali, 
imprenditori sull'orlo di chiudere la propria impresa. 
Il fatto è che non sono uniti, ma divisi lottano spesso l'un contro l'altro. 
PROLETARI DI TUTTO IL MONDO CERCATE DI CAPIRE CHI SIETE E UNITEVI.

giovedì 14 marzo 2019

Il salario minimo in Italia è un’urgenza


Abbiamo bisogno di una norma dove si dice con chiarezza che se un lavoratore viene pagato 3 euro allora per raccogliere pomodori trattasi di riduzione in schiavitù e vanno perseguiti penalmente il datore di lavoro e il mediatore di lavoro.
Vediamo cosa dice Landini segretario CGIL
“Non siamo contrari al salario minimo come concetto ma, visto che tra l'80 e il 90 per cento dei lavoratori italiani è coperto dai contratti nazionali, noi proponiamo di rendere quei contratti ‘erga omnes’, che valgano cioè per tutti. In questo modo, oltre al salario, anche altri aspetti come le ferie diventerebbero per legge i minimi sotto cui non si può andare, minimi non fatti dal Parlamento, ma dalla contrattazione tra le parti. Basterebbe recepire gli accordi interconfederali”. A dirlo è il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, in un'intervista rilasciata al settimanale L'Espresso: “Se invece il Parlamento stabilisce un salario che prescinde dalla contrattazione, e che può essere persino più basso dei limiti contrattuali, diventa una norma di legge che contrasta la contrattazione collettiva.

 Non  sono saccordo con Landini su questo aspetto: la retribuzione minima di unora di lavoro non contrasta con la contrattazione collettiva, perché la contrattazione collettiva può essere sempre migliorativa del minimo. E in tutte le situazioni organizzate il sindacato può esercitare il suo ruolo. Qui si tratta di tutelare i lavoratori che non riescono ad organizzarsi sindacalmente.  Il minimo va considerato come soglia per evitare le condizioni di supersfruttamento, e la norma sulla retribuzione minima va accompagnata dalla funzione di controllo degli ispettorati del lavoro.
Quanto allallargamento dei contratti erga omnes, istituto già previsto, questo non riesce ad influire nelle situazioni di lavoro marginale;  e in molti casi, specie per lavori occasionali e piccolissime aziende, è pressoché inapplicabile. (fr.z)

LINK

SALARIO MINIMO
IN GERMANIA
Francia
IN EUROPA
La proposta 5 stelle


mercoledì 13 febbraio 2019

Il Reddito di cittadinanza e gli ultimi


 Il Reddito di cittadinanza rischia di lasciare fuori gli ultimi, i più bisognosi, i cosiddetti clochard, i senza fissa dimora.
 La mancanza di una residenza può diventare l’ostacolo più forte per determinare l’esclusione.
 Ma se ciò accade, questa volta non si può dare la cola allo Stato; sono i Comuni che conoscono il fenomeno sul loro territorio, che hanno a disposizione i vigili urbani e che possono censire l’entità del fenomeno.
  I comuni debbono dare una residenza ai senza fissa dimora che dormono all’aperto o in luoghi di transito coperti per ripararsi dal freddo. Queste persone vanno censite e gli va dato un posto dove dimorare, e se il Comune non riesce a provvedere subito, deve almeno urgentemente dare una residenza virtuale presso lo stesso Comune, o una qualsiasi sede comunale, per permettere a queste persone di accedere al reddito di cittadinanza. 
 Una volta ottenuto il Reddito di cittadinanza presso il Comune, il comune stesso potrà trattenere una parte di tale reddito per provvedere ad un alloggio provvisorio o definitivo. E visto che i comuni non sono tutti così solleciti verso gli Ultimi, lo Stato deve dare una Direttiva ai Comuni anche sotto la forma di Dispositivo applicativo della Legge sul reddito di cittadinanza.
Non va accettata la critica che alcuni esponenti politici cominciano a fare al reddito di cittadinanza che non ha pensato agli ultimi; c’è la possibilità di provvedere subito e con urgenza. (fr. z.)

Immagine da: